venerdì 25 gennaio 2008

Novoandina
Milano (MI)
Via Franco Zuretti, 22
Tel. 02 87392221
IL COLORE SI FA SAPORE - Se mangiare è un po' viaggiare, un salto in questo ristorante varrà la pena di farlo. E ci si ritroverà catapultati nel bel mezzo di caleidoscopiche atmosfere andine, con tanto di arredi originari del Perù: lunghi tavoli in legno sostenuti da veri tronchi d'albero, sedie rivestite di cuoio prezioso e tovaglie nei tessuti tipici. Un ambiente caratteristico e accogliente quello del Novoandina, dove nulla è lasciato al caso. Per arredarlo, i due titolari Luis Cam Lay e Martin Fernandez hanno chiamato un artista come Oscar Cabeñas, che ha trasformato pareti e soffitti in sorridenti e vivaci complementi, visto che vi sono raffigurate scene di vita popolare, il mitico Machu Picchu e un indio con la sua barca. Senza dimenticare altri dettagli interessanti: il grande totem al centro della sala, le riproduzioni di portali inca e di maschere tombali nonché allegri pappagalli che qua e là vanno a completare il pittoresco quadro. Scenario perfetto per un pranzo o una cenetta all'insegna di piatti insoliti e appetitosi. Del resto se la cucina andina è già di per sé variegata, spaziando dalla gastronomia di costa a quella di montagna passando per i frutti della Foresta Amazzonica, le conquiste straniere hanno fatto la loro parte. E' così che spagnoli, arabi, africani e, più di recente, italiani, cinesi e giapponesi hanno apportato i loro saperi e sapori andando a influenzare l'arte culinaria locale. Che non smette mai di mutare, visto che oggi la novella tendenza è quella di preparare ricette capaci di riverire prodotti autoctoni e tradizionali ma al tempo stesso di omaggiare l'innovazione. Il che significa intriganti abbinamenti, leggerezza nei condimenti e presentazione accurata. Ecco i principi della cucina novoandina.

NO STOP DI GUSTO - Il bello del Novoandina è che la tavola è sempre apparecchiata: da mezzogiorno fino alle 18 e dalle 19 fino alle 23. Nel caso qualcuno venisse sorpreso da un languorino fuori orario. E il menu è ricco e invitante, scandito da portate di pesce e di carne arricchite da gioielli della terra come camote (patata dolce), olluco (tubero simile alla patata), mote (granturco sgranato e bollito), choclo (pannocchia di granturco bollita), rocoto (peperoncino rosso), aji (peperoncino giallo) e una varietà di erbe e spezie. Tanto lo chef ecuadoregno Cesar Ruíz Coronel sa preparare tutto alla perfezione, non mancando di apportare il suo tocco di creatività. E' il caso del quinoto, palese esempio di come la quinoa (pianta originaria del Sud America) possa esser interpretata in forma di risotto con corredo di legumi, champignon, formaggio e spezie; ma anche del duna de cangrejo (granchio gigante con farcia di delicata quinoa, formaggio e polpa di granchio), vincitore del Concorso gastronomico sapori peruviani 2006, organizzato dal Consolato del Perù a Milano, come miglior piatto innovativo.

CEVICHERIA, E NON SOLO - E del ceviche che dire? Che, insieme alla pachamanca (carni di agnello, manzo, pollo e maiale cotte nella terracotta insieme a spezie andine, mais, mote e patata), è uno dei piatti simbolo di questa zona sudamericana: pezzetti di pesce conditi con lime, cipolle e peperoncino giallo e accompagnati da choclo, camote e mais tostato). Una vera delizia dalle evidenti radici nipponiche e spagnole. Mutuati dalla cultura africana sono invece gli anticuchos (spiedini di cuori di manzo marinati in peperoncino dolce e spezie, cotti alla griglia e serviti con patata lessa dorata) e la sabana crocante de lomo apanado (sformato di fagioli, uova e riso con bistecca impanata), mentre retaggio di quella cinese sono il lomo saltado (filetti di manzo saltati in padella con pomodoro, cipolla e peperoncino verde e guarniti con riso bianco, mais e patate) e l'arroz chaufa especial (riso con pollo, gamberi e verdure orientali e creole). Numerosi, comunque, sono i piatti da sperimentare: crema de choclo, sopa andina (con olluco, mote, legumi, latte e formaggio fresco), tiradito (filetti di pesce conditi con peperoncino rosso, giallo e olive nere), aji de gallina (filetti di pollo con crema di peperoni, noci e formaggio in abbinamento a riso bianco e patata lessa), olluquito con charqui (carne di lama), chupe de camarones (zuppa di gamberi, mais, fomaggio, latte, patate e uova), patarascha (filetto di pesce servito in una foglia di banana) e carapulcra (patata essiccata all'andina, maiale, riso bianco e manioca). Per non parlare dei dolci: gelatine di frutta, alfajores (biscotti ripieni di dolce di latte e polvere di zucchero), suspiro a la limena (mousse di dolce di latte), arroz con leche (dolce di riso cotto con zucchero e latte) e turron de doña Pepa (dolce peruviano arricchito con miele e zuccherini colorati).

SORSI ANDINI - Puro o in versione sour, è il Pisco il vero compagno di convivio: un'acquavite d'uva invecchiata in giare d'argilla (da cui anche prende il nome). In alternativa si possono scegliere birre provenienti da Perù, Ecuador, Colombia e Argentina, sangria camu camu (frutto tropicale ricco di vitamina C), vini italiani, cileni e peruviani, l'energizzante Coca Vortex o la Inca Kola, dorata e spumeggiante bevanda.

PRANZO - Se vero è che al Novoandina si può mangiare tutto il giorno, è altrettanto vero che dalle 12 alle 18 si può godere di un menu a 9 euro con un primo piatto di pasta (al ragù, pomodoro e basilico, pesto o con un sugo latinoamericano), un secondo a scelta fra quattro tipi di carni marinate, acqua o un quarto di vino, pane e caffè.

FUORI, AL CALDUCCIO - Trenta posti sono a disposizione anche fuori, nel bel dehor chiuso con tanto di funghi a scaldare l'ambiente.
EVENTI & CO - Al Novoandina si possono anche organizzare feste private, aziendali e pranzi o cene di lavoro.