Torna Rambo, ma in versione buonista
Il quarto film della serie sarà lanciato a gennaio: da eremita nichilista a difensore dei diritti umani e delle libertà civili
Washington – Dopo vent’anni, ritorna Rambo, ma un Rambo buonista, che si commuove alla tragedia dei monaci birmani e alla dedizione dei difensori dei diritti umani e delle libertà civili nel Myanmar, e che combatte la giunta militare. Un Rambo alla rovescia, che ha trascorso l’ultimo ventennio in Asia come un eremita, è diventato nichilista, ma riesce a recuperare la propria umanità.
IL QUARTO FILM - Sylvester Stallone lancerà il quarto film sulle imprese del suo tormentato reduce del Vietnam a gennaio, nel ventesimo anniversario di Rambo III, che fu accolto male dal pubblico e dalla critica. Si intitolerà solo Rambo, senza numeri romani, come il sesto film su Rocky, il tenace pugile qualunque di Filadelfia, s’intitolò soltanto Rocky Balboa. L’attore e regista spera di riscattare il suo violento personaggio, ridotto l’ultima volta a caricatura.
LA STORIA - La storia è semplice. Rambo, quasi anziano, ha perso la fede e il patriottismo, pensa che la sua vita non sia servita a nulla, e che la guerra, non la pace, sia la naturale condizione umana: «L’uomo è un animale aggressivo, e Dio non fa nulla» osserva «i vecchi mandano i giovani a morire, e nessuno dice la verità». Ma quando incontra un gruppo di missionari che a rischio della vita portano cibo e medicine a un campo di profughi birmani lungo il fiume Salween, qualcosa lo scuote. Prima con riluttanza poi con passione li aiuta, proteggendoli dal nemico, i militari della dittatura del Myannmar. Rambo, che nei primi tre film, da soldato americano ribelle, in lotta con il potere, si era trasformato in un eroe da fumetto, ritrova la sua integrità, esattamente come Rocky.
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LA METAMORFOSI - Stallone ha spiegato perché abbia voluto questa metamorfosi. A 61 anni, dichiara, «mi sono reso conto che il successo e la celebrità mi avevano dato alla testa, e avevo perso il contatto con l’uomo della strada, il mio pubblico: capita, quando sei un attore sconosciuto che fa fortuna molto in fretta». Inizialmente Rocky e Rambo, ha aggiunto Stallone, erano personaggi genuini, ma si erano poi persi per strada. «Ho capito che dovevo restituito loro questa dimensione» ha concluso Stallone «e infatti Rocky Balboa è stato apprezzato dal pubblico e dalla critica». Come ha riabilitato il pugile nella vecchiaia, così adesso l’attore e regista spera di riabilitare Rambo. Una missione non impossibile in un’America stanca delle ambiguità delle attuali guerre e ansiosa di certezze.