venerdì 18 gennaio 2008

Finalmente un miliardario con dei sani principi.... e non parliamo sempre male di chi fa i soldi

L'autodifesa: «Mi avevano detto che era l'unico modo di scacciare il malocchio»
Cina: condannato a morte «zio Wu»,il miliardario che stuprava le vergini
L'ex deputato, premiato come «cittadino modello, ha violentato 37 ragazze
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — «Prendete esempio da lui». E nel 1988 il Consiglio di Stato, il governo, lo nominò delegato all'Assemblea Nazionale del Popolo per la sua provincia e gli appuntò la medaglia al petto di «cittadino modello»: si teneva la prima cerimonia del premio della solidarietà, una parata di eroi del bene, il glorioso presente e futuro della Cina. Lì in mezzo c'era pure questo ragazzone alto un metro e novanta con la camicia bianca, i pantaloni stirati alla meglio, e le scarpe di luminoso colore giallo. Vigoroso e impettito. Chi se lo immaginava che vent'anni dopo Wu Tianxi, ex contadino poverissimo, sarebbe diventato di giorno un aggressivo uomo d'affari e di notte uno stupratore professionista? Eppure è accaduto.
Il dottor Jekyll e Mister Hyde del Dragone ha rapito e violentato 37 ragazze minorenni. Lo hanno acciuffato all'inizio di novembre non senza creare scandalo e scompiglio visto che andavano ad ammanettare lo «zio Wu» — così si faceva chiamare — l'icona intoccabile del successo nella «piccola Shanghai» della provincia Henan, contea agricola che si è ritagliata uno spazio di notorietà per i commerci dei prodotti della terra. Pochi giorni fa, il tribunale lo ha chiamato in aula per comunicargli la condanna a morte. Lo zio Wu si era specializzato in diverse attività nel corso della sua tormentata vita: l'ultima era una squallida «caccia alla vergine» alla quale sguinzagliava tre dei suoi «bravi». Convinto che nessuno osasse sfidarlo con una denuncia. Tutti sapevano e nessuno parlava: e lui si accaniva. Da un bel po' di tempo nella «piccola Shanghai » lo zio Wu si era autoinvestito, a leggere i resoconti dei giornali cinesi, del potere assoluto su uomini e donne.
Il «terrore della contea» come copertura usava le sue benemerenze e le sue cariche. Se nel 1988 lo avevano spedito all'Assemblea del Popolo, il parlamento cinese, più tardi gli avevano consegnato la nomina a vicepresidente della Conferenza Consultiva che riunisce 13 distretti rurali e urbani nel sud-ovest dell'Henan. Nella scala dei valori locali è pur sempre uno dei posti che dà diritto all'autista, ai baciamani, agli inchini, ai regali nelle feste comandate. E dà pure il diritto di imporre l'omertà. Zio Wu da bambino aveva patito la fame, dicono le pignole cronache del posto le quali scrivono che «nemmeno riusciva ad ottenere pochi centesimi in prestito per mangiare ». Quanti come lui. Però prese la licenzia media e cominciò a trafficare con la carne d'agnello. Erano i primi anni del mercato libero. Non che gli andasse bene. Dunque afferrò i suoi stracci e si trasferì in altra provincia, l'Hubei, dove si dedicò all'attività di tira- risciò. Anche questo fu un fallimento. Rientrò a casa e meditò fino a scoprire la sua vocazione finale: imprenditore.

Anni Ottanta, era facile provare e zio Wu puntò sui mattoni. Ancora le pignole cronache ci raccontano che il giovanottone ricavava «0,002 yuan a pezzo» (come dire 0,002 di euro) ma che lavorando di grande lena accumulò la somma giusta per cercare e convincere una signorina a sposarlo. Passò quindi alla farina. E dalla farina alla frutta, dalla frutta fino a fondare una società di refrigerazione. Una scalata che gli garantì onori, gratificazioni, medaglie al merito. Naturalmente ciò gli procurò una rapida ascesa nei ranghi del partito e della società. I quotidiani parlavano di lui, dei suoi fatturati: 100 milioni di yuan, oggi 10 milioni di euro. Se la passava piuttosto bene: era il padrone della contea e credeva di essere intoccabile. Aveva assoldato degli energumeni che gli portavano le ragazze. Dottor Jekyll e Mister Hyde. Ne ha sequestrate e stuprate 37. Pensava di passarla liscia. Sfrontato e provocatore. Ai giudici ha detto: «Perché l'ho fatto? Perché un signore mi aveva spiegato che era l'unico modo di scacciare il malocchio ». Due ore dopo gli hanno letto la sentenza: condanna a morte. Ultima parola alla Corte Suprema.