Il vittimismo degli italiani all'estero
Caro Severgnini, facendo seguito alla lettera intitolata "Via Prodi, speranze per gli italiani all'estero" (M. Seracini, 29 gennaio), dal Lussemburgo dico BASTA a questo vittimismo degli italiani all'estero! Ma di quale tutela avremmo poi mai bisogno ancora? Ma se lo Stato italiano non è in grado di tutelare i propri cittadini residenti, figuriamoci se si può occupare di coloro che se ne stanno all'estero che (fortunatamente) non versano neppure un euro di tasse al fisco italiano! Nei Paesi in cui ci troviamo siamo, nella gran parte dei casi, riveriti, assistiti e tutelati molto più di quanto accada ai nostri connazionali che non hanno avuto la nostra fortuna/coraggio/necessità di andarsene dall'Italia. E che cosa vogliamo ancora? Soldi per cosa? Altri istituti di pseudo cultura italica, gestiti dai soliti noti, maneggioni amici di qualche funzionario dell'Ambasciata? Ma per favore... Aggiungo, chi risiede all'estero da tot numero di anni (cinque bastano e avanzano) non dovrebbe neanche più poter votare per le consultazioni politiche italiane ma, piuttosto, per quelle del Paese di residenza. Altro che legge Tremaglia! Quando penso che un senatore della Repubblica, eletto da emigranti in Sud America che in molti casi a malapena sanno dove si trova l'Italia su una cartina geografica, può essere fondamentale per la tenuta o meno di un Governo, mi scappa davvero da ridere. Cordialmente,