mercoledì 20 febbraio 2008

Andiamo a vederla questa mostra??

Milano Segreta
La Milizia del Tempio e i suoi simboli
I Templari arrivarono a Milano nel 1135 lasciando tracce del loro passaggio, dalla basilica di Sant'Ambrogio a quella di Chiaravalle

All’inizio senti solo il rumore. Un ritmico e sordo battere che ha il sapore di un suono ancestrale. Poi, all’orizzonte, la nuvola di polvere indica l’arrivo di qualcuno. La prima cosa che riesci a distinguere in quella polvere sollevata dal cadenzato pestare di zoccoli sul suolo è una croce. Si fa largo tra le volute giallastre scintillando sotto il sole. Subito dietro è uno stendardo. Nero e bianco. Basta. Non c’è altro. Quando il rumore è ancora più forte, quando il percuotere dei cavalli al galoppo è un suono che ti penetra dentro e ti fa vibrare la bocca dello stomaco cominci a distinguere gli uomini. Portano tutti la barba lunga. Sono bardati con pesanti armature. E dai loro fianchi pendono spade forgiate nell’acciaio. Ma la cosa che ti toglie il fiato sono tutti quei mantelli bianchi che svolazzano e si aprono nel vento. Il bianco, simbolo della loro purezza. E su tutti una croce, rossa come il sangue, cha esprime la prontezza al martirio e indica la loro appartenenza. Sono monaci. Sono cavalieri. Sono Templari. Sono coloro che hanno custodito i baluardi cristiani nell’Oltremare. Sono gli uomini che hanno combattuto e sono morti per difendere i sacri luoghi della cristianità dagli infedeli musulmani. E ora che hanno perso stanno tornando a casa. Non come battuti ma come eroi.
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IL FONDATORE - L’Ordine dei Poveri Cavalieri del Tempio di Salomone, più noto come Milizia del Tempio, era stato fondato in Terrasanta all’inizio del XII secolo da un nobiluomo originario della Champagne, Ugo di Payns, con il compito di proteggere i pellegrini che dal porto di Jaffa dovevano compiere il cammino fino a Gerusalemme. Il nome derivava dagli alloggi che erano stati affidati a questi uomini da re Baldovino, nella parte orientale del suo palazzo di Gerusalemme, nel luogo dove si diceva sorgesse l’antico Tempio di Salomone. I Templari dovettero attendere il 1128 per vedere riconosciuto il loro Ordine. Fu al concilio di Troyes che Bernardo di Chiaravalle si impegnò a dare ai Templari una regola in parte basata sul quella dell’Ordine Cistercense, già fondato da Bernardo, che prevedeva di vivere in povertà, castità e obbedienza, con rigidi orari di preghiera e di vita comunitaria. Ma la nuova regola si discostava da quella degli altri Ordini monastici, non solo per la possibilità data ai Templari di portare la barba lunga (tutti gli altri monaci dovevano essere rigorosamente rasati), ma soprattutto per la libertà di uccidere se lo si faceva al servizio del nuovo ordine teocratico mondiale.
SAN BERNARDO - I Templari arrivarono per la prima volta a Milano nel 1135. Al loro seguito c’era San Bernardo in persona. I milanesi, galvanizzati dalla presenza del futuro Santo e dalla sua straordinaria capacità oratoria (Bernardo era chiamato anche Doctor Mellifluus, dottore dolce come il miele, per la sua parlantina, tanto che sarebbe divenuto protettore di api e apicoltori), accolsero i Templari in pompa magna e promisero a Bernardo che in breve tempo avrebbero eretto per il suo Ordine, i Cistercensi, un monastero. I Templari intanto furono fatti alloggiare nel chiostro di Sant’Ambrogio. E proprio qui potrebbero aver lasciato una traccia della loro presenza. Entrati nell’atrio della basilica ci si trova davanti all’imponente nartece della chiesa (una sorta di pre-facciata). Nella parte alta, sulla destra è ancora ben visibile una scacchiera di quadrati bianchi e rossi (come il cotto della facciata) di sette caselle per lato, posizionata in maniera obliqua (a rombo) sottolineata da tre righe bianche. Lo stesso simbolo, inusuale per una chiesa, si ritrova sulla facciata a destra del portale (ruotato nello stesso modo ma con lati lunghi otto caselle), e all’interno della chiesa.
LA SCACCHIERA - Dentro Sant’Ambrogio le scacchiere sono due, entrambe poste sul muro di sinistra in alto appena entrati. Sono una sopra l’altra. La più alta, di sette caselle di lato come quelle del nartece, tocca con il suo vertice inferiore l’altra, la più piccola, di cinque caselle di lato, che è anche la più strana visto che non presenta una regolare alternanza di caselle bianche e nere (rosse) ma solo quattro caselle bianche. Secondo molti la scacchiera era un semplice simbolo magico che teneva lontano gli spiriti maligni, secondo altri si tratterebbe di una rappresentazione simbolica di Milano e della sua disposizione radiocentrica basata su tre diverse cerchia di mura (le tre strisce bianche della prima scacchiera). Ma la scacchiera è anche un simbolo legato ai Templari. Anzitutto il gioco degli scacchi, probabilmente di origine indiana, arrivò in Europa proprio dalla Terrasanta, luogo di operazione dei Templari, importato dai soldati che tornavano dalle crociate con qualche piccola modifica occidentale (il pezzo del visir si tramutò nella regina). Poi la scacchiera riveste un importante significato simbolico. Si dice che i pavimenti del Tempio di Salomone (sulle rovine del quale alloggiavano i Templari in Palestina) fossero disegnati proprio di quadrati bianchi e neri, come simbolo della contrapposizione del bianco e del nero e, in senso allargato, del bene e del male, dell’istinto e della ragione.
SOTTERRANEI - Il vessillo dei Templari, il beuaceant, era proprio un’estrema semplificazione della scacchiera visto che era metà bianco e metà nero. Qui si esce dall’ambito storico per entrare nel territorio della leggenda. Non si sa cosa trovarono i Templari nei sotterranei dei resti del Tempio di Salomone. Forse qualcosa che gli diede una comprensione totalmente diversa della realtà. Secondo alcuni in quei sotterranei i Cavalieri trovarono addirittura l’Arca dell’Alleanza, sacro reliquiario che conteneva le Tavole della Legge date a Mosè. Sta di fatto che il beauceant, così come la scacchiera, rappresentava la costante lotta tra il buio e la luce in cui c’è insita la consapevolezza che l’uno non può esistere senza l’altra (una sorta di versione occidentale del ben più noto simbolo dello yin e dello yang). I Templari a Milano però non fermarono la loro presenza solo a Sant’Ambrogio. Abbandonata la sede provvisoria, l’insediamento templare si spostò nella zona del Brolo, un bosco, già sacro ai Celti, in cui i Cavalieri del Tempio edificarono una loro comanderia che in seguito diede il nome a tutta la zona (Commenda). Lì vicino i Templari edificarono due chiese, Santa Maria del Tempio (che oggi ha lasciato posto ai padiglioni dell’ospedale) e Santa Maria della Pace, che ora è sede di una luogotenenza dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (un’istituzione medievale molto simile ai Templari negli intenti).
CHIARAVALLE - I Templari e la loro simbologia occulta influenzarono anche la costruzione dall’abbazia di Chiaravalle, i cui lavori cominciarono proprio in quegli anni per terminare nel 1221. Nel chiostro ci si imbatte in un curioso manufatto, una colonna con un nodo al centro. Si chiama colonna annodata o ofitica. Simbolicamente la colonna annodata si può associare a un’immagine più antica, il nodo di Salomone, da cui deriva un altro antico e noto simbolo, la svastika. Entrambi simboleggiano il dinamismo, con i bracci che si incrociano e ruotano, ma anche i quattro elementi, i quattro punti cardinali e il bene e il male in un senso molto simile a quello già visto per le scacchiere. In quello stesso chiostro si trovano scolpite dieci aquile. Anche l’aquila tratteggia un’interessante simbologia visto che viene considerata simbolo celeste e spirituale (fin dai tempi antichi tanto che anche Zeus spesso è rappresentato come un’aquila), basti pensare che cristianamente è simbolo di San Giovanni Apostolo. Ma allo stesso modo è simbolo dell’Anticristo e di tutti i tipi di esaltazione data dal potere personale. Ancora una volta sembra che si voglia suggerire una commistione tra bene e male necessaria al sostentamento dell’universo in quanto tale.
STRAPOTERE - Sta di fatto che in quegli anni il potere dei Templari crebbe a dismisura, non solo nei territori a loro sottoposti nell’Oltremare, ma anche in Europa. Fonte del loro potere furono le donazioni dei potenti e reali di tutta Europa che cominciarono a regalare all’Ordine terreni e castelli per finanziare la loro Guerra Santa contro gli infedeli. Questo permise ai Templari di creare una vasta organizzazione presente in tutta Europa che amministrava questi patrimoni e organizzava il trasferimento dei fondi in Terrasanta. Presto anche i nobili cominciarono a servirsi dei Templari per spostare i loro averi. E i Templari mutarono la loro organizzazione in una sorta di struttura bancaria che non solo si occupava di muovere i fondi delle persone potenti ma elargiva prestiti o amministrava patrimoni per le teste coronate d’Europa. In particolare in Francia. L’Europa guardava ai cavalieri rossocrociati come a degli eroi pronti a sacrificarsi per permettere ai fedeli cristiani di compiere i pellegrinaggi in Terrasanta. Ma i Templari non erano esattamente degli esempi da seguire. Il fatto che entrare nell’Ordine conferisse l’immediata assoluzione da qualunque peccato spinse «incredibili malfattori, saccheggiatori sacrileghi, omicidi, spergiuri, adulteri» a entrare nell’Ordine, come disse papa Urbano II. Che aggiunse che questo era «un doppio vantaggio: gli europei sono ben contenti di vederli andar via e coloro in aiuto dei quali essi accorrono in Terrasanta sono deliziati di vederli arrivare! È senz’altro vantaggioso per quanti vivono su entrambe le sponde del mare, dato che essi ne proteggono una e cessano di molestare l’altra».
MAMMALUCCHI - Ma i Templari non erano invincibili. Nel 1291 l’ultimo baluardo templare in Oltremare, la fortezza di Acri fu assaltata dai Mammalucchi e i Cavalieri furono costretti ad abbandonare per sempre la Terrasanta. Quando ti sono vicini la polvere ti brucia gli occhi. Ti sorpassano e ti ignorano. È il loro ultimo viaggio. Il 13 ottobre 1307 per volere di Filippo il Bello, re di Francia, sono stati tutti arrestati. L’accusa è pesante. Eresia. Molti confessano di aver adorato un dio pagano, il Bafometto (secondo alcuni semplicemente una storpiatura di Maometto, secondo altri un vero e proprio dio che racchiudeva in se il bene e il male dell’universo, come il beauceant, il vessillo templare). Tutti dichiarano di aver sputato sulla croce durante la cerimonia di iniziazione all’Ordine e di aver baciato il fondoschiena e l’organo sessuale denudato del fratello che li accoglieva. Presto il provvedimento preso in Francia si estende in tutta Europa per volere di papa Clemente V (un debole agli ordini di Filippo il Bello), l’Ordine viene sciolto e l’ultimo Gran Maestro Templare, Giacomo de Molay, bruciato sul rogo. I Templari che ti passano accanto sono in fuga. Forse tra di loro qualcuno nasconde parte del mitico tesoro trovato nel Tempio di Salomone. È l’ultima volta che Milano vedrà questi gloriosi Cavalieri. Passano da qui diretti verso il Lazio dove si trova l’abbazia cistercense di Valvisciolo in cui le tracce del tesoro si perdono per sempre.