I greci per secoli, diciamo fino ai tempi di Filippo il Macedone se non vogliamo considerare Greci i Macedoni e gli Stati Elenistici, o altrimenti fino ai Romani, sono stati i soldati più famosi della storia antica.
Più che loro singolarmente i loro eserciti, basati su falangi monolitiche di Opliti in armamento pesante.
Eppure erano eserciti veramente modesti anche per l’epoca.
Sparta che aveva l’armata migliore, nel senso che era la più addestrata ed utilizzabile essendo formata interamente da soldati a tempo pieno, aveva un esercito formato da 6 more, ognuna di 576 opliti a cui si aggiungevano i 300 soldati scelti della guardia reale ed un piccolo contingente di cavalleria. La perdita di Leonida e del suo contingente alle termophili decurtò l'esercito spartano di circa l'8% dei suoi effettivi, come se gli americani oggi perdessero 100.000 soldati.
Circa 4000 uomini a cui potevano aggiungersi altre 3-4 more formate da soldati tanto vecchi o tanto giovani da non far parte dell’esercito regolare ma tenuti a casa per fronteggiare gli iloti.
Atene, molto più popolosa, aveva una forza probabilmente doppia, infatti sia a maratona che a Platea mise in campo 8-9000 opliti, a Plate accompagnati da 800 arcieri.
A queste forze si aggiungevano truppe leggere mercenarie, tipicamente cavalieri tessali e macedoni, peltastri ed altri lanciatori di giavellotto dai balcani, arcieri da creta e frombolieri da rodi. Più tardi le classe povere avrebbero fornito queste forze leggere in forma autoctona, comunque la grande Atene che dominò tutto il mediterraneo orientale probabilmente a stento riuscì a schierare più di 15-20.000 soldati, Roma all'apice del suo potere ne ha avuti 250.000 secondo alcuni molti di più.
Questi eserciti combattevano in grandi blocchi di falangi, di norma schierate con criteri di vicinanza o parentela personale. L'oplita aveva una lancia lunga 3 metri scarsi, un grande scudo, una armatura di norma meno pesante di quello che si crede ed una spada corta. Le falangi si scontravano, si spingevano cerando ognuna di far sbandare l'altra, erano lente da manovrare, deboli ai lati e tendevano a curvare verso destra visto che ognuno cercava protezione nello scudo dell'oplita di fianco. In compenso nel corpo a corpo erano micidiali, solo i romani fecero meglio.
I poveri venivano poi usati come rematori sulle triremi, ognuna delle quali aveva 170 rematori, 15 marinai e 10-12 guerrieri.A volte i rematori erano schiavi o priggionieri. Duecento navi erano una flotta immensa.
Per grosse spedizioni i greci si univano in Leghe, come le due che si affrontarono nella guerra di cui scrive Tulcidide, gruppi di polis generalmente guidate da una polis egemone. Per secoli Sparta ed Atene furono le due Polis egemoni, poi la predominanza, sia pur per poco passo a Tebe che ebbe il vanto di mettere in campo forse l'unica variante significativa alla falange, prima dell'era macedone, ovvero l'ordine obliquo. In occidente una polis di eccezionale forza fu quella di Siracusa, l'unica colonia fondata dagli Spartani, più ricca che forte militarmente.
Il più grande esercito greco di tutti i tempi fu quello di Platea, circa 40.000 opliti, più o meno altrettanti armati alla leggera ed altri 30000 servitori. Rimase unito giusto il tempo della battaglia e giusto perchè una forza esterna minaciava tutta la grecia.Non è chiaro se i servitori fossero come i Caoni romani servitori disarmati con compiti logistici, o come gli scudieri medievali una sorta di forza armata leggera.
Roma ebbe la stessa nascita di queste Polis, come anche Cartagine, ma entrambe costruirono imperi reali con grandi armate professionali che dominavano direttamente immensi territori.
La forza dei greci naque da questa eterna guerra civile figlia del frazionamento estremo che fu anche la madre della loro completa scomparsa dalla storia che conta ad opera dei grandi regni centralizzati ocidentali.