Piccole ma spesso decisive per risolvere determinate situazioni nei combattimenti, le bombe a mano, normalmente non godono di particolari attenzioni, forse per il loro aspetto piccolo e poco appariscente, e per la sostanziale bassa sofisticazione. Eppure la disponibilità di ordigni come questi in tanti frangenti può rivelarsi estremamente importante. Pensiamo ai combattimenti urbani e, comunque, a distanze ravvicinate, come nelle foreste, ma sia negli assalti che nei combattimenti difensivi, una o più bombe a mano, possono dare un importante contributo. Oggi esistono ottime granate da fucile e anche lanciagranate (inclusi quelli automatici), ma ordigni di questo tipo devono stare sempre a portata di mano dei militari in azione.
VARI TIPI
Una suddivisione in tipi, può iniziare fra le bombe a mano difensive e quelle offensive. Le prime sono più potenti e producono delle schegge più grosse, efficaci in un raggio superiore, quindi possono essere utilizzate in sicurezza da chi agisce al riparo. Le seconde sono più leggere, possono essere lanciate più lontano ma hanno raggio d'efficacia minore. Da alcuni anni, determinate granate offensive possono essere trasformate in difensive avvitandovi sopra una camicia preintagliata, che, frantumandosi, produce schegge più grosse, dal raggio operativo maggiore.
Una tipica bomba a mano nord-koreana Per scopi non letali e azioni contro sequestratori, sono state realizzate le cosiddette flash-bang, granate che producono un forte lampo e molto rumore ma che non sono letali. Esistono ordigni anche di tipo illuminante e fumogeno, quest'ultime utilizzabili sia per celare la vista all'avversario che per segnalazioni ai velivoli (Per esempio quando si dev'essere recuperati da elicotteri), alle navi e a possibili osservatori a terra.
Poco conosciute e ormai in fase di scomparsa, sono le bombe a mano controcarro, grossi ordigni, sviluppati in genere dai paesi comunisti, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Hanno una piccola carica cava ma debbono essere lanciate a distanza ravvicinata e sono pericolose anche per il tiratore. Inoltre oggi possono perforare solo blindature ridotte.
Un punto molto importante delle bombe a mano, è la sicurezza. Se può partire un colpo da un'arma da fuoco in modo accidentale, non è detto che questo sia letale per qualcuno. Se esplode accidentalmente una granata, almeno chi la trasporta è spacciato.
Le bombe a mano sono ordigni semplici, tanto che in alcune circostanze (come nella guerra nella ex Jugoslavia), abbiamo assistito a una sorta di ritorno alle origini: Dei contenitori (di plastica), riempiti di esplosivo e bulloni con una miccia a lenta combustione e una capsula detonante per l'attivazione, qualcosa di molto simile alle armi utilìzzate da Pietro Micca!
LA CONFIGURAZIONE
Intanto la configurazione delle granate può essere di tipo ovoidale, cilindrica o con il manico. Quest'ultima, un tempo identificbile con la tedesca Stielhandgranate 24, è oggi in fase di scomparsa perché, se da una parte consente una gittata maggiore, dall'altra crea problemi di volume.
Un ordigno recuperato dal BOE in Bosnia prima della distruzione Il sistema di accensione può essere a tempo o a impatto. Il primo è largamente maggioritario perchè in determinate situazioni (neve, fogliame, fango ecc.) quello a impatto può non attivarsi e poi, con inneschi a tempo, si può sfruttare i rimbalzi. Il ritardo dell'esplosione da quando l'ordigno viene attivato, in genere varia fra i 3,5 e i 5 secondi. Questo fatto porta i militari poco addestrati e in combattimento (ma anche al poligono), a volersi liberare in modo affrettato della bomba a mano. A questo punto può accadere di tutto: Ordigni che scivolano di mano, che partono nella direzione sbagliata e via proseguendo, tutto con il terrore che lo scoppio avvenga in mano. Nella realtà vi è tutto il tempo necessario per scagliare l'arma e oggi i sistemi di ritardo sono molto affidabili. Quasi sempre esiste una doppia sicura, per cui, dopo aver estratto quella primaria, il processo di attivazione non parte fin quando rimane bloccata la sicura secondaria, facile da controllare quando la bomba è impugnata.
l'esplosivo utilizzato è in genere del tipo ad alto potenziale, in modo da ridurre il peso e il volume della carica. Si tratta di TNT, Composto B, RDX e relative miscele. Quello che è cambiato notevolmente in questi anni, è il corpo. Una volta nelle granate difensive (F-1 sovietica, Mk.2 statunitense, No.36 britannica ecc.) era fatto di ghisa preintagliata, che originava un numero limitato di grosse schegge, pericolose anche a diverse decine di metri di distanza. Poi si è passati a piccoli pallini annegati in una matrice plastica. I pallini saturano l'area investita (dal raggio di 4-6 metri) ma perdono velocità rapidamente per cui non rappresentano un rischio per chi le lancia, a differenza delle grosse schegge di certe vecchie bombe a fragmentazione. Vi è anche da dire che i pallini di acciaio creano delle lesioni più pericolose di quanto si sia portati a credere.
LE GRANATE PIÙ DIFFUSE
Molti sono i paesi che producono bombe a mano e sono in servizio ancora modelli risalenti a prima della Seconda Guerra Mondiale.
RUSSIA (CSI) L'Unione Sovietica era il maggior produttore di bombe a mano e la Russia ha conservato le fabbriche. La classica difensiva F-1 è un residuato della II G.M., replicata anche in Bulgaria e Cina. La RGD-5 è un'offensiva con la spoletta sporgente nella parte superiore (Occhio, alcune sono dotate di spoletta variabile fra 0 e 13 sec., utilizzabili come «booby trap») mentre la RGN si può considerare la versione aggiornata e la RGO-78 è una di fensiva. Le più recenti bombe a mano di Mosca sono la RGO e la RGN.
Una vecchia bomba a mano controcarro sovietica RPG-43 a carica cava, si tratta di armi vecchie della validità ormai del tutto marginale USA Le classiche bombe a mano statunitensi sono le offensive M-67 e M-68 e la difensiva M-61. Da ricordare la fumogena AN-M8 e l'incendiaria AN-M14.
AUSTRIA La ARGES produce diversi tipi di bombe a mano, incluso i modelli HG-84 (Offensivo e Difensivo), la UbHG-91 (Addestramento), l'offensiva «mini» granata (180 g) HG-86 e la difensiva HG-85.
Altro costruttore austriaco è la DNW, con le di fensive SHG-60 e SpIHGr-80.
CINA I cinesi hanno prodotto enormi quantitativi delle loro granate con il manico (replicate anche nella Corea del Nord), copie di granate russe e anche una versione più piccola della sovietica RGD-5 denominata Tipo 73. La loro arma più moderna è l'offensiva Tipo 82.
FRANCIA La Francia propone vari tipi di bombe a mano, dalle vecchie Offensive e Difensive Modello 1937 alle Ruggeri 0052 fino alle ALSETEX SAE 210 e SAE 310 e alle Luchaire LU 213.
GERMANIA Data la tradizione nel settore, non stupisce che la Germania sia una forte produttrice di bombe a mano, sotto le insegne della DIHEL. La M-DN 11 contiene 3.800 sferette d'acciaio con un peso complessivo di 475 g; da cui sono derivate la M-DN 21, la M-DN 31 e la DM 61. Doppio ruolo per la DM 51, il cui corpo può essere utilizzato come offensiva ma su cui può essere avvitata una camicia pre-fragmentata.
Fra gli altri grossi produttori, meritano di essere citati Israele,
il Sud Africa, la Spagna e il Regno Unito.
LE ANTICARRO
L'efficacia delle cariche cave non è determinato dalla velocità d'impatto, per cui possono costituire la carica di bombe a mano perforanti. Le produssero i sovietici, con la sigla RPG-40, RPG-43, RPG-6 fino alla RKG-3, usata estesamente anche nel conflitto arabo-israeliano del 1973 e replicata anche in Jugoslavia con la sigla M-79. Si tratta di armi dal peso di corpo superiore al chilogrammo, dotate di manico e di un piccolo paracadute frenante La RKG-3 è una classica bomba a mano anticarro realizzata nell'Unione Sovietica, dotata di superfici frenanti è in grado di perforare 125 mm di acciaio omogeneo, il modello 3M ne perfora fino a 165 mm (che si apre dopo il rilascio, secondo un sistema messo a punto dai tedeschi) per ricadere sul mezzo attaccato in modo perpendicolare rispetto alla corazzatura. La penetrazione in acciaio omogeneo è di oltre 200 mm e queste armi possono essere utilizzate anche contro fortificazioni in cemento (guardare nella sezione World War II Eben Emael). In Egitto è stata realizzata la bomba a mano controcarro HOSSAM, anch'essa dotata di paracadute.
Personalmente riteniamo che questi ordigni possono essere utilizzati contro i mezzi protetti solo nell'ambito di scontri in aree urbane.
BOMBE A MANO ALL'ITALIANA
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le Forze Armate italiane usarono principalmente tre tipi di bombe a mano. Le Breda, le OTO e le SRCM. A qualcuno questo nome farà venire in mente le bombe a mano utilizzate durante il servizio militare e, in effetti, si tratta proprio di quelle! Si trattava in tutti e tre i casi di bombe offensive, quindi leggere, con involucro in lamierino. Come ordigni difensivi, furono utilizzate ancora le vecchie SIPE, veterane del precedente conflitto mondiale, le bombe a mano catturate in Jugoslavia, Grecia e Francia e anche l'ottima granata d'assalto tedesca con il manico Modello 24. Dopo la guerra, esaurite le scorte anche delle granate britanniche, rimase solo la SRCM rìtenuta la più sicura. Era anche la meno potente e nonostante i tentativi per aumentarne l'effetto (come passarli intorno un cavetto d'acciaio), la sua efficacia rimase sempre modesta.
Il generale Celentano in Somalia armato di SRCM La questione delle bombe a mano iniziò a farsi seria con il trascorrere dei decenni. Alla fine fu decisa di adottare la OD-82 della società "La Precisa". OD sta per "Offensiva-Difensiva", perché sarebbe in grado di svolgere entrambi i ruoli, senza nessun tipo di adattamento. Il peso è di 286 grammi, con 70 grammi di biglie d'acciaio. Le abbiamo viste distribuite per la prima volta in Somalia, durante l'Operazione IBIS ma successivamente, un incidente ha creato dei problemi. Così i militari impegnati in Bosnia e Albania operano ancora con le vecchissime SRCM. Da segnalare come la MISAR produca la piccola MU-50/G da 140 g, sparabile anche con tromboncino apllicato a armi calibro 12.