lunedì 18 febbraio 2008

Parliamo tutti in giapponese seguendo alcune semplici regole

Giapponese
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Indice[nascondi]
1 Presentazione
2 Nomi propri
3 Ortografia giapponese
4 Pronuncia
4.1 Vocali
4.2 N moraica
4.3 Consonanti
5 Voci correlate
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Presentazione [modifica]
Per i nomi giapponesi e altri termini, la grafia giapponese e la pronuncia sono scritte tra parentesi, per esempio:
Tokyo (東京, Tōkyō?)
"Tokyo" è il termine così com'è usato nell'articolo (o in italiano in generale), "東京" è la scrittura in kanji, e "Tōkyō" è il nome traslitterato secondo il sistema Hepburn.
(Per visualizzare i caratteri giapponesi correttamente potresti aver bisogno di installare il supporto per la lingua giapponese sul tuo computer, e assicurarti che il tuo browser utilizzi la codifica Unicode UTF-8 per Wikipedia.)

Nomi propri [modifica]
La convenzione adottata in Giappone secondo la quale il cognome precede sempre il nome non viene rispettata su Wikipedia, nella quale si è stabilita una certa uniformità nell'indicare sempre prima il nome e poi il cognome. A ogni modo il nome intero viene scritto seguendo l'ordine giapponese tra parentesi, dopo la scrittura con i caratteri originali.

Ortografia giapponese [modifica]
I testi giapponesi sono scritti con i kanji e con i due sillabari kana. Quasi tutti i kanji hanno avuto origine in Cina, e tutti hanno uno o più significati e pronunce. Il significato di una parola composta da più kanji si rifà generalmente ai significati dei kanji che la compongono. Per esempio, Tokyo (東京) viene scritto con due kanji: "est" (東) + "capitale" (京). Il nome fu scelto perché Tokyo doveva essere la capitale del Giappone a est della capitale già esistente, Kyōto. (Ci sono altri composti di kanji, chiamati "ateji", in cui i kanji sono scelti principalmente per il suono, e non per il significato, ma sono rari.)
Secoli fa, i kana – hiragana e katakana – assunsero la loro forma da particolari kanji pronunciati nello stesso modo. Comunque, a differenza dei kanji, i kana non hanno significato, e sono usati soltanto per rappresentare suoni. Lo hiragana è usato per scrivere parole di origine giapponese. Per esempio, la parola giapponese per "fare" (する suru) è scritta con due sillabe in hiragana: す (su) + る (ru). Il katakana è usato in genere per scrivere i forestierismi. Per esempio, terebi deriva dall'inglese "television", ed è scritto con tre sillabe in katakana: テ (te) + レ (re) + ビ (bi).
Recentemente la traslitterazione in alfabeto latino (romaji, letteralmente caratteri romani) è diventata abbastanza popolare in alcune circostanze nel giapponese, ma il suo uso è ancora molto limitato.

Pronuncia [modifica]
In Wikipedia, viene usata la traslitterazione Hepburn per rappresentare i foni giapponesi con l'alfabeto latino. Qui di seguito sono elencate alcune regole basilari per usare l'Hepburn, al fine di pronunciare correttamente le parole giapponesi.


Vocali [modifica]
Le vocali a, i, e e o sono abitualmente pronunciate come in italiano o in spagnolo.
La vocale u è simile alla oo nella parola inglese moon, sebbene senza arrotondamento labiale.
Le vocali giapponesi possono essere lunghe (bimoraiche) o corte (monomoraiche). Il carattere ˉ denota la lunghezza.
Le vocali o e u lunghe sono scritte di solito con l'allungamento come ō e ū, ma anche come ou e uu, e talvolta anche la a (ā), che però compare spesso anche come aa.
La e e la i lunghe invece sono scritte come ei e ii, ma per le parole di origine straniera vengono traslitterate come ē e ī.

N moraica [modifica]
Una n prima di una consonante è a sé moraica.
Una n moraica seguita da una vocale o da y è scritta n'.
La n ha varie realizzazioni fonetiche:
Davanti a n, t, d o r, è pronunciata [n].
Davanti a k o g, è pronunciata [ŋ].
Davanti a m, b o p, è pronunciata [m]. Viene scritta m in alcune versioni dell'Hepburn, ma in Wikipedia viene adottata la versione più comune secondo la quale si mantiene la n.
Negli altri casi è pronunciata [ɴ] o [ɯ̃].

Consonanti [modifica]
Quasi tutte le consonanti vengono pronunciate come in italiano, ma attenzione ai casi seguenti:
La consonante f è bilabiale: non si usano i denti, e il suono è più debole rispetto alla f italiana.
La consonante r è simile alla r coreana. È un suono che non esiste in italiano, ma si può paragonare alla pronuncia americana o australiana della T e della D nelle parole better e ladder; assomiglia per certi versi alla l o alla d.
Le consonanti doppie vengono pronunciate in modo simile all'italiano.
Il suono sh è la fricativa postalveolare [ɕ], che corrisponde circa alla sc italiana in scena.
Il suono ch è l'affricata postalveolare [tɕ], che corrisponde circa alla c italiana in Cina.
Il suono ts è l'affricata alveolare [ts], che corrisponde circa alla z italiana in azione.

Voci correlate [modifica]