Shaka (a volte scritto anche Chaka, Tshaka o Tchaka; circa 1787 - 22 settembre 1828) fu il fondatore e primo sovrano dell'Impero Zulu. Sotto la sua guida, gli Zulu estesero il loro dominio su una gran parte dell'Africa del Sud compresa fra i fiurmi Phongolo e Mzimkhulu. Alcune fonti (fra l'Encyclopaedia Britannica) descrivono Shaka come un vero e proprio genio militare, una sorta di Napoleone africano; altre fonti sono più caute, ma in generale riconoscono la sua abilità di condottiero e di imperatore, e la sua importanza nella storia dell'Africa meridionale. Agli effetti delle imprese militari di Shaka si riconduce tradizionalmente anche il vasto movimento migratorio avvenuto in Africa sudorientale fra il XVIII e il XIX secolo, e noto col nome di Mfecane. Nella tarda epoca coloniale, la figura di Shaka è stata spesso presa come simbolo dai movimenti nazionalisti e indipendentisti africani.
Giovinezza [modifica]
Molto di quello che si sa sulla vita di Shaka è giunto attraverso racconti e leggende, spesso discordanti fra loro. Si ritiene che fosse figlio di un capo del popolo Ngoni di nome Senzangakona e di Nandi, figlia di un capo dei Langeni. Il nome sembrerebbe derivare da iChaka, il nome zulu di un parassita intestinale, e indicherebbe una condizione di figlio illegittimo di Shaka: secondo alcune fonti, la madre avrebbe inizialmente sostenuto di avere la pancia gonfia per via di tale parassita; secondo altre, il padre avrebbe attribuito a tale parassita, che provocherebbe irregolarità nel ciclo mestruale, il concepimento inaspettato, avvenuto durante un rito zulu chiamato uku-hlobonga, in cui due giovani non sposati hanno un'unione sessuale in un periodo non fertile. Altre fonti invece riportano Senzangakona e Nandi come regolarmente sposati. In ogni caso, Shaka nacque intorno al 1787, nei pressi di Melmoth (oggi nella provincia del KwaZulu-Natal).
All'età di 6 anni, Shaka fu scacciato dal kraal di suo padre (il podere di famiglia) a causa della morte di una pecora del gregge che stava accudendo. Sua madre lo difese, e fu scacciata con lui. Nandi e Shaka passarono diversi anni vagabondando fra i kraal di altri proprietari terrieri. Questo evento era destinato a rimanere impresso nel ricordo di Shaka, che si sarebbe in seguito ferocemente vendicato.
Intorno al 1803, Nandi e Shaka trovarono rifugio presso una zia di nome Nandis, appartenente al clan emDletsheni del re Jobe, alleato del potente Mthethwa. A 16 anni, Shaka era già diventato un valoroso guerriero. Si dice che in una occasione abbia ucciso un leopardo che aveva attaccato il villaggio, guadagnandosi il rispetto del re e ottenendo come ricompensa una vacca.
A 23 anni, Shaka passò dal iNtanga (gruppo di coetanei) all'iziCwe (il reggimento). Per sei anni servì come "guerriero", distinguendosi per il coraggio e l'abilità in combattimento, e arrivando a essere nominato generale. Già in questo periodo il suo nome era divenuto leggendario, e i suoi plotoni, detti Beinahmen, erano soprannominati "vincitori dei mille".
Intanto Dingiswayo, che era stato stato esiliato per aver cospirato contro suo padre, era ritornato con nuove idee di organizzazione militare, in particolare riguardo a una nuova forma di reggimento (impi) e una nuova struttura della catena di comando.
La maggior parte delle battaglie allora nascevano per decidere le controversie e le dispute. Le nuove tecniche di Dingiswayo, e l'adozione dell'impi cambiarono in modo radicale le tecniche di guerra. Nuovi eserciti più potenti causarono lo Mfecane: le armate conquistavano un territorio e imponevano alle tribù sconfitte di abbandonare la terra. Shaka studiò le nuove tecniche di Dingiswayo e le migliorò.
Rivoluzione militare [modifica]
Alla morte di Senzangakona, nel 1816, Dingiswayo aiutò Shaka a conquistare il regno del padre. Grazie a lui Shaka eliminò il fratello ed istituì un regime simile a quello di Dingiswayo. Il nuovo re volle subito modificare il tipo di combattimento della sua tribù. Si fece costruire una nuova arma, la iklwa, una lancia corta con una lunga punta e un grande e pesante scudo di cuoio. Il lato sinistro dello scudo serviva per agganciare il nemico, per poi pugnalarlo con la destra alle costole.
Shaka addestrava i suoi uomini a lottare a piedi nudi, e a correre per 50 miglia su terreni caldi e rocciosi in meno di 24 ore; inoltre impose un sistema di vita comune basato sul celibato dei guerrieri. La ferrea disciplina e il combattimento corpo a corpo caratterizzavano l'esercito, che molti studiosi hanno paragonato a quello spartano.
Shaka cambiò anche le tattiche di battaglia, sviluppando idee di Dingiswayo. Gli impi erano divisi in quattro gruppi, e durante la battaglia si disponevano a forma di testa di toro. Il primo reparto formava il potente "torace" (isifuba), a stretto contatto col nemico. Il secondo e terzo gruppo formavano le "corna" (izimpondo) che avrebbero circondato il nemico per impedirne la ritirata. Il quarto gruppo era formato da riserve. Shaka osservava lo schieramento dall'alto, e impartiva gli ordini tramite dei veloci messaggeri. La strategia era semplice; le sue battaglie vennero fatte contro piccoli clan, e le vittorie furono facili da ottenere. Dopo aver vinto, Shaka offriva ai nemici superstiti la possibilità di unirsi al suo esercito. I nuovi soldati così arruolati venivano in seguito considerati zulù a tutti gli effetti.
Shaka cambiò il modo di guerreggiare in Africa. Quasi due secoli dopo la morte di Shaka, la nazione degli zulù utilizza ancora le sue tattiche per sconfiggere i nemici e respingere gli invasori. Shaka muore ucciso da Dingane che gli succede.