Sindrome premestruale (Pms) - Prima del ciclo ero Ko
di Mariateresa Truncellito
Umore ballerino, irritabilità, cali d’energia. E molti disturbi fisici. Se la sindrome premestruale rovina la tua vita (e quella di chi ti sta accanto), corri subito ai ripari. Perché ci sono molti rimedi “su misura”.
La sindrome “della luna” da millenni è il simbolo della mutevolezza dell’universo femminile, fragile e un po’ misterioso.
Il 60 per cento delle donne prova un forte desiderio di dolci nella settimana che precede il ciclo.
Temo che scopra quanto divento insopportabile...
Siamo insieme da due mesi e sarà la nostra prima vacanza: alle Canarie, a luglio. Bene? Per niente: sto andando in paranoia. Invece di essere felice, mi sveglio con l’ansia. O col magone: e se scoprirò che non sopporto i suoi calzini sparsi per casa? E se a lui darà fastidio il mio bisogno di dormire con la luce che filtra dalle tapparelle? Una notte passi, ma due settimane...
Sciocchezze? Sì, me lo dico da sola. Però... Non è la prima volta che ho di questi alti e bassi. Anzi: anche sul lavoro mi capita di ingigantire i problemi, fino a perdere le staffe. I colleghi qualche volta mi prendono in giro: non è che ti devono arrivare le tue cose, visto che oggi sei così odiosa?
In effetti. Talvolta è proprio poco prima delle mestruazioni che dò il mio peggio. Vado a letto e invece di dormire piango. Temo di non riuscire a fronteggiare gli impegni, e pure la mia amata palestra diventa uno stress. Allo specchio? Sono orrenda: pancia gonfia, cerniere che tirano, brufoli (colpa dell’abbuffata di cioccolato davanti alla tv!). Ho voglia di coccole: e se il mio ragazzo non me ne fa abbastanza, mi viene ancora più da piangere... Come sarò il mese prossimo in vacanza col mio fidanzato? E se vedendo quanto divento insopportabile decidesse di chiudere? C’è una soluzione per le mie “lune” mensili?
Valentina, 30 anni
Dottor Jeckyll e Mr. Hyde: così si sente Valentina, vittima di sbalzi d’umore, ansie ingiustificate e disturbi che le tolgono, letteralmente, il sonno. Ma la protagonista della nostra storia, al contrario del personaggio di Stevenson, è tutt’altro che un mostro: la sindrome premestruale (o Pms, dalle iniziali delle corrispondenti parole inglesi) affligge il 75 per cento delle donne. Certo: in misura diversa e con tante differenti manifestazioni. Spiega Rossella Nappi, ginecologa: «Si chiama “sindrome” per l’ampiezza dei sintomi, fisici ed emotivi, che compaiono 7-10 giorni prima delle mestruazioni. E spariscono con l’inizio del flusso».
I sintomi “rovina-famiglie”
I più comuni? «Ritenzione idrica e aumento di peso (il gonfiore di Valentina), dolore addominale, tensione al seno, desiderio di cibi dolci o salati, cefalea. E poi irritabilità, ansia, malinconia, instabilità emotiva, fino alla depressione», continua Nappi. «Stati d’animo che mettono a rischio i rapporti interpersonali, specialmente in famiglia dove ci si sente più “libere”. In quei giorni si litiga di più, soprattutto col partner e con i figli». Ma ne risente anche la professione. «Negli Stati Uniti sono state calcolate le giornate perse e gli incidenti sul lavoro che accadono in coincidenza della Pms».
Valentina, insomma, non è così esagerata nel timore di mostrare al nuovo fidanzato il suo lato normalmente “oscuro”. «Anzi: nel 4-6 per cento delle donne si scatena un vero terremoto neurochimico», aggiunge la ginecologa Alessandra Graziottin.«Tale da scardinare il meccanismo cerebrale che regola la collera. Che esplode per un niente».
Quando i disturbi sono così gravi da impedire le attività quotidiane non si parla più di sindrome premestruale, ma di una patologia psichiatrica: il “disturbo disforico della fase luteale”. Continua Graziottin: «Sintomi esasperati possono addirittura costituire un’attenuante in crimini come l’omicidio. Si riconosce infatti che una donna affetta da Pms grave abbia una ridotta capacità di intendere e di volere».
Vittime di capricciosi ormoni
La scoperta della Pms è recente. E le sue vere cause non sono ancora certe: la teoria più condivisa, però, è che sia scatenata dalle variazioni dell’equilibrio ormonale. E dalla vulnerabilità individuale a questi “capricci”: infatti non tutte le donne e non tutte allo stesso modo soffrono di questa sindrome.
In pratica, come sottolinea Gabrielle Lichterman in “28 giorni, L’oroscopo degli ormoni” (Tea ed., € 8), nei giorni che precedono le mestruazioni, al calo progressivo di estrogeni e testosterone si aggiunge quello del progesterone. E siccome il corpo femminile è “dipendente” da questi tre ormoni, quando si riducono va… in astinenza. Ed ecco la Pms.
Si sa che la sindrome tende a peggiorare dopo i 30 anni: «Forse proprio perché il corpo tende a “sensibilizzarsi” al lavoro degli ormoni col passare del tempo», commenta Nappi. Non solo: la Pms risente anche dello stress quotidiano. Che si aggrava quando una donna mette su famiglia, deve conciliare privato e carriera, «E diventa più fragile», aggiunge Nappi. «Infatti, e questa dovrebbe essere una buona notizia per Valentina, in vacanza i disturbi di solito sono più lievi o assenti».
Questione di self-control
Oltre agli ormoni, c’entra anche... la testa. Una ricerca recente del dipartimento di psichiatria del Weill Medical College della Cornell University di New York ha scoperto che il cervello delle donne dall’umore stabile in ogni fase del ciclo funziona in modo diverso da quello delle donne con la Pms. Gli studiosi hanno mostrato alle pazienti parole negative, positive e neutre. E con la risonanza magnetica hano “misurato” le reazioni cerebrali: le donne dall’umore stabile hanno un’attività più intensa nella regione frontale, addetta al controllo delle emozioni. Gli esperti ritengono che il loro cervello sia più “capace” di compensare gli sbalzi ormonali, aumentando l’attività delle aree che imbrigliano l’emotività.
«Una maggiore vulnerabilità cerebrale agli stimoli ormonali è certa», commenta Nappi. «Infatti, le donne che soffrono di Pms hanno livelli ormonali normali. È il loro cervello che li “legge” in modo errato, per predisposizione biologica o motivi psicologici: per esempio, le donne con problemi di fertilità spesso hanno una Pms severa, perché attendono l’ovulazione e il flusso con ansia».
Riconoscere la Pms non è facile. Non esistono esami per individuarla: test del sangue o ecografie dell’apparato genitale, per esempio, servono solo per escludere altre cause (come ovaio policistico, problemi tiroidei).
Ascolta il tuo corpo
Spiega Rossella Nappi: «Il medico può basarsi solo sull’osservazione dei sintomi, per almeno due o tre mesi. È fondamentale la collaborazione della paziente, che deve imparare a prestare attenzione ai segnali del suo corpo, anche con l’aiuto di un “diario”».
Data la varietà dei sintomi, altrettanto personalizzata deve essere la cura. Le soluzioni sono molte: dagli integratori minerali e fitoterapici alla pillola anticoncezionale, dalle terapie comportamentali brevi agli psicofarmaci.
«A Valentina consiglio di prendere subito del magnesio: attenua i disturbi fisici e le fluttuazioni dell’umore», spiega Nappi. «Aggiunga alla palestra uno sport “dolce”, come il nuoto, per aumentare la sua produzione di betaendorfine, i neurotrasmettitori del benessere, meglio se all’aperto per beneficiare anche del sole». Continua Diana Scatozza, nutrizionista: «Nei giorni “no”, in vacanza, oltre a frutta, verdura e pesce, per evitare la tristezza si conceda cibi “tiramisù”, ricchi di triptofano, che stimola la serotonina: pasta, riso, pane, pizza. E gelato al cioccolato. Il magnesio può trovarlo anche nella frutta secca e nelle banane».
Conclude Alessandra Graziottin: «Vari studi attestano l’efficacia dell’agnocasto: i semi hanno principi essenziali che regolano le oscillazioni ormonali: assunto tutti i giorni, una compressa alla sera, per un paio di mesi, aiuta a minimizzare le fluttuazioni dell’umore».
Prova l’omeopatia
A proposito di terapie dolci: «La Pms è uno dei terreni più favorevoli per l’omeopatia», sottolinea Giancarlo Balzano, presidente dell’Associazione italiana di ginecologia olistica. «Proprio per la sua personalizzazione. La terapia comprende Folliculinum, un derivato dagli estrogeni, alla 9, 15 o 30 CH, a seconda della gravità dei sintomi, da assumere l’ottavo e il ventesimo giorno del ciclo. Dal diciannovesimo si prende il medicinale “di fondo” più appropriato per la paziente: nel caso di Valentina, Pulsatilla, sempre ad alta diluizione (altri rimedi usati spesso sono Lachesis, Sepia, Natrum Muriaticum, Ignatia, Calcarea Carbonica, Nux Vomica). Oltre al magnesio, sono consigliati la vitamina B6 e l’olio di enotera, da assumere negli ultimi dieci giorni del ciclo. La terapia si segue per tre mesi, quindi si controlla la situazione».
Il calendario del ciclo
Sfrutta i picchi di energia, contrasta gli sbalzi d’umore e prevedi alti e bassi per vivere meglio.
Giorno 1
Estrogeni e testosterone sollecitano la positività che durerà fino al Giorno 13.
L’umore ha smesso di cambiare ogni 6 minuti e riesci a non piangere persino guardando “Pretty Woman”: allegria! Col ciclo in arrivo, la Pms è finita ufficialmente. Il merito va agli estrogeni, che cominciano a risalire.
Giorno 3
Ti senti sexy: vai all’attacco.
La parte del cervello più attiva è la destra, quella creativa (fino al Giorno 6, quando prevale la logica). Fantasia al top: è il momento giusto per un nuovo tatuaggio alla caviglia o un inedito colore di capelli.
Giorno 5
Film strappalacrime? riservali alla prima parte del ciclo.
Bye-bye mestruazioni. Gli ormoni vanno su, ti senti ottimista, sicura e piena di energia. Erotismo a mille: approfittane. La lubrificazione e la sensibilità del clitoride sono al massimo: orgasmo facile e intenso.
Giorno 7
La ragione prende il sopravvento sulle emozioni e hai le facoltà mentali di una super-donna.
Se devi fare una mammografia fissala tra il Giorno 5 e il 12, quando l’esame è più “leggibile” dal medico.
Giorno 8
Fatti un bagno di schiuma: favorisce la produzione di endorfine.
Il testosterore ti invoglia a nuovi sapori: involtini primavera e pollo al curry. Ma se sei a dieta, sei più determinata a non sgarrare. Il Giorno 8 è quello in cui è più frequente il sesso, tra coppie sposate e non.
Giorno 10
Estrogeni e progesterone accrescono il tuo senso di onnipotenza.
Hai tutto sotto controllo: carriera, emozioni, finanze. Niente ti può fermare. È il giorno giusto per chiedere un aumento.
Giorno 14
Tra il Giorno 12 e il 14 i tuoi feromoni chiamano gli uomini come api al miele. Ma attenta al sesso non protetto se non vuoi un bebè: sei in piena ovulazione.
Un colpo al ginocchio? Neanche te ne accorgi: gli estrogeni al top producono endorfine che ti rendono insensibile al dolore. E il momento giusto per tacchi vertiginosi, ceretta brasiliana o... il dentista.
Giorno 16
Dal Giorno 16 al 28 mangi il 12 per cento più del solito.
Estrogeni e testosterone trascinano giù energia e ottimismo. La salita del progesterone scatena attacchi di tristezza. Hai voglia di dolci, pataine fritte e cioccolata. Ma ti servono più fibre per aiutare l’intestino.
Giorno 20
Se sei “sensibile” al progesterone ti senti stanca e svogliata.
Estrogeni e testosterone sono in risalita, ma il progesterone li stronca. Il desiderio è a zero o quasi. In compenso, la creatività è ok e sul lavoro sei una miniera di soluzioni brillanti. Però l’umore è così così.
Giorno 23
In piena Pms: fino al Giorno 28 patirai il calo di tutti gli ormoni.
Sei a "rischio-lacrime": alla larga da caffè, tè e cole, prediligi i succhi di frutta e, alla tv, sitcom,cabaret o cabaret. Aumenta la sensibilità al dolore.
Giorno 27
La mancanza di ormoni provoca un ottovolante emotivo.
Fai una torta e ti senti triste. Un attimo dopo, scoppi a ridere. Poi sei di nuovo a terra. E la noradrenalina ti accende di rabbia. Il crollo degli estrogeni può scatenarti attacchi feroci di emicrania.
Giorno 28
Estrogeni e progesterone mai così giù.
Sei distratta e fatichi a decidere (per esempio, cosa indossare). In compenso, hai sempre più voglia di sesso. O di shopping sfrenato. La cura? Una fetta di torta al cioccolato.